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Tecnologia, sempre più naturali le interazioni tra uomo e robot
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Milano, 14 feb. (askanews) – “Le braccia di acciaio cromato del robot – capaci di piegare una sbarra dello spessore di sei centimetri – stringevano la bambina delicatamente, amorosamente e i suoi occhi splendevano di un rosso intenso.” Erano gli anni Cinquanta quando Isaac Asimov scriveva queste parole in “Io, robot” immaginando un futuro di strette relazioni tra uomo e macchine positroniche.
Non allontanandosi molto dalla realtà.
Oggi, uno studio svolto da ricercatori australiani della Queensland University e italiani dell’Università Sant’anna di Pisa, pubblicato su Science Robotics, ha permesso di scoprire i principi guida che regolano la scelta del tipo di presa durante lo scambio di oggetti tra un uomo e una macchina – momento importante perché implica un coordinamento dei movimenti – e che favoriranno la cooperazione tra un sistema robotico e una persona.
Lo studio – hanno spiegato gli scienziati del Sant’Anna – ha analizzato il comportamento di una persona quando deve afferrare un oggetto e quando, invece, lo deve consegnare a un altro individuo. I ricercatori hanno notato come la presa varia a seconda del tipo di azione compiuta.
Per esempio: se passiamo un cacciavite sapendo che il nostro interlocutore lo dovrà utilizzare, lasciamo il manico libero in modo che egli possa afferrarlo e utilizzarlo facilmente. Non solo quindi cambiamo il tipo di presa ma
consideriamo anche come il nostro compagno dovrà utilizzare l’oggetto.
Sono proprio queste informazioni che si vogliono trasmettere ai robot, nell’ambito della cosiddetta “robotica collaborativa”, ad esempio in campo medico o industriale.
L’impatto di questo studio apre nuovi scenari d’innovazione tecnologica, portando benefici in vari settori sociali dove è ormai consolidata la collaborazione uomo-macchina.